TORNERANNO I PRATI
un film di Ermanno Olmi
La vicenda si svolge tutta in un’unica notte di plenilunio, dopo gli scontri del 1917, poco prima di Caporetto. In un avamposto ad alta quota sull’altipiano di Asiago, dove la truppa è decimata da un’influenza proveniente dai Balcani, il maggiore reca l’ordine di raggiungere un rudere, ignorato dalle carte italiane ma presente su quelle austriache, da occupare come osservatorio, su cui allestire un’altra linea telefonica, non intercettata dal nemico, com’è invece quella abitualmente usata.
Data l’estrema luminosità della notte, l’ordine si rivela ben presto “criminale” come urla il capitano, che dopo un po’, pur di non mandare altri uomini alla carneficina, rinuncia al grado.
In attesa che venga nominato un altro ufficiale, il comando della postazione viene affidato a un giovane tenente, che riceve ben presto ordine di ripiegamento immediato. Ciò che prima era un obiettivo irrinunciabile, da realizzare a qualunque prezzo di vite umane, improvvisamente diventa secondario.
Liberamente ispirato al racconto La paura di Federico De Roberto del 1921, ai ricordi del padre del regista, che a distanza di anni piangeva ancora a rievocarli, ai diari, alle lettere (vere) dei soldati, il film racconta la guerra dal punto di vista di chi l’ha combattuta, ha creduto ed è morto.